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ornamento di pietre del Fossato e di marmi, di braccia trenta otto largo et alto diciotto. Questo ornamento volevano che servisse per l’udienza e fusse nella sala grande del palazzo in quella testa che è volta a tramontana. Questa udienza doveva avere un piano di quattordici braccia largo e salire sette scaglioni et essere nella parte dinanzi chiusa da balaustri, eccetto l’entrata del mezzo, e doveva avere tre archi grandi nella testa della sala, de’ quali due servissino per finestre e fussino tramezzati drento da quattro colonne per ciascuno, due della pietra del Fossato e due di marmo, con un arco sopra con fregiatura di mensole che girasse in tondo: queste avevano a fare l’ornamento di fuori nella facciata del palazzo e di dentro ornare nel medesimo modo la facciata della sala. Ma l’arco del mezzo, che faceva non finestra ma nicchia, doveva essere accompagnato da due altre nicchie simili, che fussino nelle teste dell’udienza, una a levante e l’altra a ponente, ornate da quattro colonne tonde corinzie, che fussino braccia dieci alte e facessino risalto nelle teste. Nella facciata del mezzo avevano a essere quattro pilastri, che fra l’uno arco e l’altro facessino reggimento allo architrave e fregio e cornice, che rigirava intorno intorno e sopra loro e sopra le colonne. Questi pilastri avevano avere fra l’uno e l’altro un vano di braccia tre incirca, nel quale per ciascuno fusse una nicchia alta braccia quattro e mezzo da mettervi statue per accompagnare quella grande del mezzo nella faccia e le due dalle bande, nelle quali nicchie egli voleva mettere per ciacuna tre statue. Avevano in animo Baccio e Giuliano, oltre allo ornamento della facciata di dentro, un altro maggiore ornamento di grandezza e di terribile spesa per la facciata di fuora, il quale per lo sbieco della sala, che non è in squadra, dovesse mettere in squadra dalla banda di fuora; e fece un risalto di braccia sei intorno intorno alle facciate del palazzo vecchio, con un ordine di colonne di quattordici braccia alte, che reggessino altre colonne, fra le quale fussino archi e di sotto intorno intorno facesse loggia, dove è la ringhiera et i giganti, e di sopra avesse poi un altro spartimento di pilastri, fra’ quali fussino archi nel medesimo modo e venisse attorno attorno le finestre del palazzo vecchio a far facciata intorno intorno al palazzo, e sopra questi pilastri fare a uso di teatro, con un altro ordine d’archi e di pilastri, tanto che il ballatoio di quel palazzo facesse cornice ultima a tutto questo edifizio. Conoscendo Baccio e Giuliano che questa era opera di grandissima spesa, consultorono insieme di non dovere aprire al Duca il lor concetto, se non dell’ornamento della udienza dentro alla sala e della facciata di pietre del Fossato di verso la piazza, per la lunghezza di ventiquattro braccia, che tanto è la larghezza della sala. Furono fatti di questa opera disegni e piante da Giuliano, e Baccio poi parlò, con essi in mano, al Duca: al quale mostrò che nelle nicchie maggiori dalle bande voleva fare statue di braccia quattro di marmo a sedere sopra alcuni basamenti, cioè Leone Decimo che mostrasse mettere la pace in Italia e Clemente Settimo che incoronasse Carlo Quinto, con due statue in nicchie minori drento alle grandi intorno a’ papi, le quali significassino le loro virtù adoperate e messe in atto da loro. Nella facciata del mezzo, nelle nicchie di braccia quattro, fra i pilastri voleva fare statue ritte del signor Giovanni, del duca Alessandro e del duca