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Lifron. Un grande di vita, ma pigro. È tolto dal Greco ταλαίφρων, qual significa Miser, laboriosus, un di quei appunto, i quali lavorano tutta la settimana, e poi nella festa consumano ogni cosa, di tal maniera, che mai non hanno un soldo.

Lippon. Un grassaccio, pigro, e da poco. È tolto dal nome Greco λίπος, che significa pinguedo, onde alludono a quel detto: Pinguis Minerva raro gignit sensum tenuem.

Lis, on Farieu lis. Spelato, un mantello spelato. Questo vocabolo vuole il già nomato Autore incognito, che sia tolto dal participio Latino elisus, a, um, qual, dice egli, significa rotto, spelato. Ma io dico che vien dal Greco λίς, che significa pannus lineus subtilis; Adunque un farieu lis, cioè ridotto a tale, che poco manca non si assomigli ad un panno di lino sottile. Vi si aggiunge ancora che λίσπος significa attritus, & usu depolitus.

Logia. Ciancia. Questa parola è tolta dal nome Greco λόγος, il qual significa propriamente un ragionamento; Ma alcune volte ancora si piglia per un detto di poca sostanza, cioè per una ciancia. Interdum enim accipitur pro verbo contenendo. Diciamo ancora che è tolto da λόγιον, parola, con la quale i Greci chiamavano l’oracolo avuto in prosa. Così una logia, quasi una menzogna simile a quelle menzogne degli Oracoli de’ Greci .

Luccià. Piangere. Questo vocabolo non è dubbio, che è derivato dal verbo Latino Lugeo, es, che significa piangere.