Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
sue linee, e montava al cielo con la serenità del potere, e si dilatava nel cielo con la grandiosità del diritto, e ingigantiva nel cielo come se volesse tutto occuparlo.
La croce stava sulla sua cima come lo scettro del mondo. Intorno a lei, nella calma perfetta, vigilavano le prime stelle della sera.
E ancora una volta Roma mi apparve allora il meraviglioso strumento per cui lo spirito universale si diffonde nelle membra sparse dell’umanità, musica conciliatrice e suprema, continuata nei secoli, come il ritmo regolatore del concento tellurico e dell’incedere delle nazioni.
Ancora una volta Roma mi apparve come un’armoniosa anima di molte anime, dove tutte le cose confluiscono in una grande unità come i fiumi nel mare; la pianta meravigliosa rifiorente di continuo alla luce che inestinguibilmente diffondono le grandi cose morte nell’agro; il centro inviolabile dello Spazio