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i traditori 91

mente la carrozza-salon, dopo una corsa di oltre trecentocinquanta chilometri, si cacciava sotto le immense foreste che coprono ancora buona parte dell’Alto Canadà e che si spingono, quasi ininterrottamente, fino sulle sponde meridionali della vastissima baia di Hudson.

— Walter, — disse il canadese, — ecco il momento di provare la vostra abilità nel maneggio delle armi da fuoco. Entriamo nel regno della grossa selvaggina. Spero che non vi rincrescerà assaggiare un buon filetto di bisonte o d’alce o di mooses.

Io cercherò di aiutarvi, non essendo un pessimo tiratore.

— Non sareste nemmeno Canadese, — rispose lo studente bocciato. — Si dice che i vostri compatriotti siano i migliori cacciatori del mondo.

— Ed infatti la Compagnia delle pelliccie della baia d’Hudson preferisce arruolare i nostri piuttosto che gli altri.

Facciamo una fermata sul margine di questa gigantesca foresta per prepararci il pranzo. Chissà che intanto non ci passi a tiro di fucile qualche bel capo di selvaggina.

Dik, abbandonate il posto e lasciate che l’automobile russi.

Un po’ di riposo non le farà nemmeno male. —