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i traditori 87


— E per toccare quegli stabilimenti perduti fra le nevi polari voi avete prescelto la via più lunga?

— Precisamente, Walter. Se noi seguissimo invece la rotta a levante della baia d’Hudson, abbrevieremmo di molte centinaia di leghe il tragitto, ma là i forti mancano.

— E voi credete che Torpon seguirà invece quella?

— Così mi hanno riferito.

— Speriamo che vada ad affogarsi nello stretto d’Hudson, che troverà sulla sua rotta.

— E forse non ancora così solidamente gelato da poterlo attraversare, poichè lo raggiungerà troppo presto.

— Mentre noi?

— Mentre noi troveremo sempre terra fino alla Terra di Boothia, che si stende al di là del 70° parallelo e dalla quale potremo passare, senza alcuna difficoltà, sulla Terra di Somerset che spinge le sue punte settentrionali a pochi minuti dal 75°.

— A 15 soli gradi di distanza dal Polo.

— Sì, Walter.

— Ossia a sole novecento miglia.

— Precisamente.

— Distanza che noi potremo forse superare in ventiquattro ore.

— Oh, non correte tanto, amico, — disse il signor di Montcalm, sorridendo. — Su quei ghiacci non potremo spingere il nostro treno nè alla velocità di ottanta, nè di cinquanta e forse nemmeno di dieci miglia all’ora.

Chissà quali brutte sorprese ci offriranno quegli sterminati campi di ghiaccio.

Io non mi illudo di trovare dei paks abbastanza lisci per far correre le nostre ruote.

— Eppure io sono convinto, signor di Montcalm, — disse