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i traditori | 81 |
— Mi avete capito? — chiese l’americano, vedendo che lo chaffeur indugiava a rispondere.
— Pur di guadagnare del denaro, mi sentirei capace di scendere all’inferno e di andare a rompere tutte le corna di compare Belzebù, — disse l’ex-baleniere. — Perchè credete che io abbia accettato di condurre il signor di Montcalm al Polo? Per rivedere i ghiacci e fare la conoscenza, o meglio rinnovarla, cogli orsi bianchi, le foche e le morse? No; ma per la grossa somma che mi ha offerto, mio gentleman.
— Molto grossa?
— Eh!... Diecimila dollari.
— Che cosa direste allora se vi fosse una persona che ve ne offrisse altrettanti per impedire che il signor di Montcalm giunga proprio fino al Polo? —
Dik Mac Leod prese la bottiglia di wisky, si empì il bicchiere e dopo d’averlo vuotato d’un fiato lo depose sul tavolo con fracasso, dicendo:
— Che razza d’affare è mai questo?
— Un affare di diecimila dollari che potreste guadagnare, immobilizzando un’automobile, operazione semplicissima per uno chaffeur.
— Un colpo al radiatore ed è bella e finita, — disse l’ex-baleniere.
— Un affare di cinque minuti.
— Ma nemmeno d’uno, mio signore.
— E sareste proprio capace di darlo?
— Per diecimila dollari!... Farei saltare anche l’automobile e la vettura di rimorchio.
Basta un zolfanello e la benzina scoppia come una bomba insieme a tutti i suoi serbatoi.
— Che bel furfante!... — non potè a meno di pensare il maestro di boxe. Il signor Torpon ha avuto fortuna, e non
6. E. SALGARI ― Una Sfida al Polo.