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64 | capitolo v. |
L’avrà, ve lo giuro, chi si sarà spinto più innanzi.
Se credete, disputatevela. —
Nel chiosco regnò un silenzio piuttosto lungo. I due rivali si interrogavano collo sguardo, mentre la miss versava il thè.
— Che cosa dite dunque voi, signor di Montcalm? — chiese finalmente Torpon.
— Che se voi tenterete di raggiungere il Polo, io vi contrasterò, con tutte le mie forze, la mano di miss Perkins, — rispose il canadese con voce grave. — Accada quello che si vuole, io tenterò quest’ultima lotta. Tanto peggio per me se i ghiacci inghiottiranno me e la mia automobile, o se gli orsi bianchi faranno colazione colle mie carni.
— Così dovevano parlare i grandi eroi dell’antichità!... — esclamò miss Ellen. — Qua la vostra mano, miei valorosi, e poi lanciatevi alla conquista di quel cardine del mondo che è stato il sogno di tanti audaci navigatori ed anche di tanti sportmen.
Afferrate il volante e.... go ahead!...
— Ecco una donna meravigliosa!... — esclamò mister Torpon. — Nelle vostre vene avete il vero sangue americano, miss.
— Per mandarvi a tentare la pelle e farsi una clamorosa réclame, — borbottò fra sè il maestro di boxe canadese, aggrottando la fronte. — Preferisco le canadesi e quelle del nostro vecchio paese. Almeno sono più equilibrate.
— E così, signori, siete ben decisi? — disse la giovane, dopo che tutti ebbero vuotate le tazze.
— Per mio conto sì, — rispose il yankee. — Questa corsa verso il polo mi ha subito conquistato. O raggiungerò il punto ove s’incrociano tutti i meridiani del globo o morrò nell’impresa, col vostro nome sulle labbra, miss.