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una sfida grandiosa 63

— Oh!... Io tenterei qualche cosa di meglio.

Ormai quel raid è sfruttato, quantunque abbia ancora da cominciare.

— Che cosa fareste voi allora?

— Io!... Tenterei la conquista del Polo nord coll’automobile, per esempio!...

— Superba idea!... — esclamò mister Torpon, che da buon americano non vedeva alcuna difficoltà anche nelle più pazzesche imprese.

— Un po’ troppo pericolosa forse, — disse invece il canadese.

— E perchè pericolosa, signor di Montcalm? Se i concorrenti della corsa organizzata dal New-York Times e dal Matin si propongono di attraversare la gelida Alaska, che come voi saprete non è altro che un immenso deserto di neve per non chiamarla addirittura un mostruoso ghiacciaio, per poi passare lo stretto di Behring gelato e quindi lanciarsi attraverso la non meno fredda Siberia, vuol dire che un’automobile può sfidare le nevi ed i ghiacci.

Vi pare, signor Torpon?

— Io dico ciò possibilissimo, rispose l’americano, senza esitare.

— Aggiungerò anzi che si dice che se il raid intorno al mondo riuscirà, come si spera, l’anno venturo i due giornali lancieranno una sfida polare attraverso l’Artico.

Sfruttate prima voi quel grandioso progetto e vi coprirete senza dubbio di gloria.

— Se non morremo, — disse il canadese, con un sorriso sardonico.

— Il destino che finora vi ha perseguitati, vi proteggerà, — disse la giovane americana, sempre più entusiasmandosi. — Volete la mia mano? Ebbene, marciate verso il Polo.