Pagina:Una sfida al Polo.djvu/68

62 capitolo v.

— V’ingannate. Avete letto l’edizione di ieri del New-York Times?

— Non ne ho avuto il tempo. M’interesso poco dei giornali americani.

— Allora voi non avete udito ancora parlare della grande corsa intorno al mondo in automobile, organizzata dal New-York Times in unione al Matin di Parigi, quello che ha indetta la famosa corsa Pekino-Parigi guadagnata da uno sportmen italiano, il principe Borghese.

— Una corsa intorno al mondo!... — esclamarono ad una voce i quattro uomini.

— Sì, signori miei, un raid gigantesco al quale, si sa fin d’ora, prenderanno parte automobili italiani, francesi, americani e tedeschi. Si fanno già i nomi degli eroi che prenderanno parte alla gara.

Si tratta d’una corsa di trentaseimila chilometri, trentamila dei quali verranno coperti dalle vetture.

— Bisogna essere pazzi per tentare una simile prova! — esclamò mister Torpon.

— E perchè, mio gentlemen? Io ammiro già quegli uomini che si slanciano attraverso il mondo sulla sbuffante macchina, sfidando chissà quali pericoli!... Ah!... Se io fossi un uomo invece di essere una donna, mi farei subito iscrivere.

Miss, — disse il canadese, mentre due servi negri entravano portando un superbo servizio di thè, con chicchere color del cielo dopo la pioggia e adorne di stravaganti caratteri cinesi; — che cosa vorreste dire con ciò?

— Che se io fossi al vostro posto, tenterei anch’io un raid da far stupire e commuovere il mondo intero, — rispose miss Ellen, cogli occhi scintillanti d’entusiasmo.

— Vorreste che ci iscrivessimo anche noi a quella grande corsa? — chiese il canadese.