Pagina:Una sfida al Polo.djvu/66

60 capitolo v.

di boxe, ma un duello a colpi di bowie-knife non si dovrebbe perdonare.

Mio Dio!... Siete diventati dei cow-boys del Far-West?

— Come!... Voi avete saputo, miss.... — balbettò mister Torpon, che la divorava cogli occhi.

— E come non saperlo? I reporters americani cacciano il naso dappertutto e s’interessano specialmente delle persone che fanno molto chiasso.

Voi minacciate di diventare più popolari ancora del signor Roosevelt!... Mister Torpon!... Il signor di Montcalm!... Ecco due nomi che corrono ormai su tutte le bocche e che si odono ripetersi perfino nei deserti dell’Arizona e del Colorado.

— Ah!... — fece semplicemente il canadese, facendo un lieve inchino.

— Se continuate così, — riprese l’indiavolata ragazza, — finirete per farvi portare alla presidenza nella prossima lotta elettorale.

— Io sono canadese, miss, quindi non potrei mai aspirare ad un tanto onore, — disse il signor di Montcalm, con una sottile punta d’ironia.

— Naturalizzatevi americano. È un buon consiglio che vi do, mio gentleman.

— Ne chiederei un altro da voi, miss.

— A me!...

— A voi, poichè si tratta proprio di voi.

— Per la vostra eterna questione?

— Messa in campo da voi, miss.

— È vero, — rispose la giovane.

Riflettè un momento, poi raccogliendo graziosamente la sua lunga gonna da amazzone, disse: