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i due colpi di coltello 45

ranza di sorprendere uno strofinìo, un sospiro, un qualche rumore che lo tradisse.

Il suo cuore cominciava a battere forte forte e così pure battevano, febbrilmente, le sue tempie. L’ansietà del pericolo che non sapeva da quale parte potesse giungere, lo vinceva, eppure quel canadese più di cento volte aveva affrontato gli orsi neri e bruno-giallastri delle immense foreste circondanti i laghi e le formidabili corna dei caribou, senza tremare.

È noto già che le tenebre esercitano un’azione deprimente anche sugli animi più audaci. Degli uomini che in pieno giorno montavano all’assalto, sfidando intrepidamente la morte, si sono mostrati sovente vili durante i combattimenti notturni.

Perfino un generale inglese, che nelle guerre dell’India si era acquistata una fama immensa di uomo coraggioso e sprezzante d’ogni pericolo, fu sorpreso una notte, durante un attacco, rannicchiato dietro un albero, più tremante dell’ultimo dei suoi cipai. Eppure aveva guadagnati i suoi galloni, tutti, sui campi di battaglia e l’avevano chiamato il leone!... L’ansietà che divorava il canadese, abbandonato fra quella profonda tenebrìa, in procinto di sentirsi, da un istante all’altro, spaccare il cuore senza avere alcuna possibilità di parare il colpo, era quindi scusabile.

Sempre rannicchiato presso il pianoforte, col braccio destro armato, teso, pronto a tentare una parata disperata, come abbiamo detto, ascoltava sempre, cercando di sorprendere un qualunque rumore.

Si trovava là da qualche minuto, sempre in attesa d’un colpo di coltello, quando uno scricchiolìo secco lo fece trasalire.

Che cosa poteva essere stato? Si sarebbe detto che qualcuno aveva fatto scattare a vuoto il cane di una grossa rivoltella.