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30 | capitolo iii. |
— È qui che volete fermarvi, mister Torpon? — chiese la giovane, arrestando la macchina.
— Sì, miss, — rispose l’americano. — Vi fermate a cenare con noi o proseguirete per Albany?
— Ho fretta di giungere a casa mia, signori miei.
— Gli è che si fermeranno con noi anche i partners.
— E così?
— Volete partire sola, di notte?
— Forse che non ho la mia rivoltella?
— La vostra macchina potrebbe guastarsi lungo la via. Avete fatto male a non condurre con voi il vostro meccanico. —
Miss Ellen alzò le spalle.
— Forse che non vi è la cassetta contenente tutti gli ordigni necessari per fare una riparazione, e forse che io non ho fatto un corso di meccanica? Non inquietatevi per me, mister Torpon e nemmeno voi signor di Montcalm.
Arrivederci presto, signori miei, e quando avrete deciso qualche cosa di nuovo, avvertitemi subito.
Il destino che vi perseguita finirà di stancarsi e l’uno o l’altro avrà la mia mano, purchè sia il più forte.
Buona notte!...
— Buon viaggio, miss, — risposero i quattro uomini.
L’indiavolata ragazza fece colla mano un ultimo gesto d’addio e lanciò nuovamente la sua splendida automobile a corsa sfrenata, facendo scappare i curiosi che si erano affollati sui due margini della via.
Un minuto dopo non era più visibile.
— Io credo che quella fanciulla abbia il sangue del demonio nelle sue vene, — disse mister Torpon. — Che cosa ne dite voi, signor di Montcalm?
— Che è una donna da far paura, — rispose il canadese.
— Ma bella, by-good!...