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un duello al polo 303


— Dik, il canotto!... — ripetè il canadese. — Metteteci dentro la gloriosa bandiera della vecchia Francia.

— Eccomi, signore, — rispose l’ex-baleniere uscendo di sotto il carrozzone, dove in un cassetto di ferro si trovava il canotto ben ripiegato, coi pezzi dell’armatura, i due remi e la pompa premente per gonfiarlo.

Lo studente era accorso in suo aiuto.

In dieci minuti la piccola imbarcazione, capace di portare non più di due uomini, fu gonfiata, armata e portata sulla spiaggia.

— Lasciate che per ora io solo prenda possesso del Polo nord, — disse il canadese con voce grave, fissando e spiegando sulla poppa una piccola bandiera coi colori di Francia.

— Ne avete il diritto, signor Gastone, rispose lo studente. — A voi spetta pel primo di posare i piedi sul cardine boreale dell’orbe terracqueo. —

Il canadese aveva già afferrati i remi, quando un colpo di fucile rimbombò sul mare libero, ripercuotendosi fragorosamente fra i monti di ghiaccio.

— Uno sparo.... qui.... a due passi dal Polo!.... — esclamò il signor di Montcalm con vivo stupore.

Poi un nome gli sfuggì:

— Torpon!... —

Dik e Walter si erano slanciati giù dalla spiaggia, spingendo i loro sguardi al largo.

In quel momento un secondo sparo rimbombò, e sui fianchi d’un enorme ice-berg, il quale oscillava spaventosamente a cinque o seicento metri dalla sponda, salì una nuvoletta di fumo.

— Un uomo laggiù!... — disse l’ex-baleniere.

— Aspettatemi qui!... — gridò il canadese. — Chiunque sia cercherò di salvarlo. —

Afferrò i remi e fece volare il canotto sulle acque spingen-