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264 | capitolo xx. |
nanzi, ed il radiatore, l’anima della nostra macchina, andava a pezzi.
— Signor Gastone, quello che mi narrate è molto grave.
— Non dico di no, — rispose il canadese, il quale appariva assai preoccupato.
— Sicchè voi dubitereste di Dik?
— Non potrei affermarlo, tuttavia....
— Ed a quale scopo il baleniere avrebbe tentato di arrestarci?
— Chi lo sa? Vi potrebbe essere sotto la mano di Torpon.
— Signor Gastone, quel guasto non potrebbe essere stato prodotto da qualche scossa o da una cornata di qualche bue muschiato?
— Non è possibile.
— Corpo di tutti i fulmini di Giove!... Che la faccia di quel Dik non mi rassicuri pienamente, non ve lo nego, tuttavia non lo crederei capace di compiere una simile infamia.
— Potrò essermi ingannato, Walter, però vi consiglio di aprire anche voi ben bene gli occhi.
È facile guastare un automobile, e se ciò accadesse non dovremmo più pensare a conquistare il Polo.
— Aprire gli occhi!... Non lascerò un solo momento, da questo istante, il baleniere, e se lo sorprendo, giuro su tutti i fulmini di Giove di fracassargli il cranio con una rivoltellata.
Ed ora signor Gastone, prepariamoci la cena. —