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262 | capitolo xx. |
L’automobile scricchiolò tutta sotto lo sforzo supremo fatto per sbarazzare le sue ruote dal ghiaccio che le imprigionava, con un salto raggiunse il livello del banco e si slanciò innanzi rumoreggiando sinistramente.
I buoi vedendola fuggire non interruppero la loro corsa, anzi raddoppiarono di velocità, ma un fuoco terribile partito dai due lati dell’automobile e che gettò a terra tre o quattro di loro li obbligò ben presto a sostare.
D’altronde non avrebbero potuto gareggiare a lungo con quella splendida macchina che divorava la via sfondando il nebbione. Qualche istante dopo il loro galoppo furioso cessava, mentre il canadese e lo studente lanciavano le loro ultime cariche.
— Signore, — disse Dik, il quale cominciava a rallentare, temendo di trovarsi, da un istante all’altro, dinanzi qualche canale pronto ad inghiottirli tutti. — Così non possiamo continuare.
Io non posso rispondere delle vostre vite se questo nebbione non si alza.
— Infatti è una corsa da pazzi che finirà in una catastrofe, — disse il canadese, il quale pensava pure alla possibilità di fare un terribile salto in qualche spaccatura del campo di ghiaccio. — Si odono più i buoi?
— No, signor Gastone, — disse lo studente. — I miei amici sono rimasti indietro e ci hanno perduto di vista.
— Potete avanzare al passo con piena sicurezza, Dik?
— I fanali proiettano abbastanza luce per scorgere a tempo un ostacolo.
— Allora tirate innanzi come potete, mantenendo la rotta sempre al nord.
Rimonteremo più tardi la riva.
E voi, Walter, come vi siete smarrito nel nebbione? Simili imprudenze, come avete veduto, possono costare la vita.