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254 | capitolo xx. |
gono i fuochi si getteranno su di noi e ci faranno a pezzi a colpi di corna.
Chi vi assicura che non abbiano approfittato della nebbia per avvicinarsi? M’è anzi parso di aver udito a brevissima distanza un muggito.
— Che sia stato uno di loro a produrre il guasto con qualche cornata? — si chiese il signor di Montcalm con ansietà.
— Può darsi, signore, — rispose Dik, — anzi io lo credo.
— Che cosa fare ora? — chiese Walter.
— Non ci rimane che aspettare l’alba, — rispose il canadese.
— E ci lasceranno quei dannati animali riparare il guasto?
— Questo è un vero punto interrogativo, mio caro Walter. Speriamo che durante la notte se ne vadano.
— Corpo di tutti i fulmini di Giove!... — gridò lo studente furioso. — Guastarsi la macchina proprio ora, mentre con questo nebbione avremmo potuto passare improvvisamente su di loro e scappare a tutta velocità!... Che il Polo cominci a congiurare contro di noi? Eppure finora si era mostrato benigno!
— Forse il guasto è meno grave di quello che Dik suppone, — disse il canadese. — Ne succedono sempre ai motori delle automobili, e noi possediamo una piccola officina fornita d’ogni istrumento necessario per una riparazione di qualsiasi genere.
Giacchè non possiamo fare nulla per ora, lasciamo che i buoi si godano i soffi della nebbia e noi cacciamoci sotto le coperte.
— Non sarebbe prudente montare la guardia, signor Gastone? — chiese lo studente.
— Lo ritengo affatto inutile. Con questa oscurità i buoi non oseranno assalirci, nè d’altronde credo che siano stati essi a danneggiare la nostra macchina.