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252 | capitolo xx. |
— Senza fanali?
M’incarico io di condurre egualmente l’automobile e di farlo passare sul corpo di quei maledetti animali.
— Che cosa dite voi, Walter? — chiese il signor di Montcalm.
— Io dico che abbiamo aspettato perfino troppo, e che colle armi che noi possediamo potremo passare.
— E se nella nostra corsa incontrassimo un ostacolo, ed i buoi muschiati si precipitassero su di noi colle corna calate?
— Li fucileremo a brucia-pelo, signor Gastone.
— Voi avete pronta la risposta a tutto.
— Mi preme di giungere al Polo.
— Sareste un altro concorrente, o meglio un rivale? — chiese il canadese, scherzando.
— Gli occhi, per quanto bellissimi, di miss Ellen non hanno bruciato affatto il mio cuore, ve lo assicuro, — rispose lo studente. — Io non amo le donne americane.
— Forse avete ragione, — disse il canadese, mentre la sua fronte s’increspava lievemente. — Dik, aprite la porta e andate a riempire i serbatoi.
I buoi non vi scorgeranno con questa nebbia che diventa sempre più fitta.
— Forse dormono, — rispose l’ex-baleniere, con accento strano.
Tolse la sbarra e uscì, scomparendo in mezzo alla nebbia.
Il canadese e lo studente spensero la stufa e la lampada affinchè la luce non attirasse l’attenzione dei buoi muschiati, ed indossarono le loro pesanti pelliccie.
Avevano prese le loro armi, aggiungendo due grosse rivoltelle, e stavano per raggiungere lo chaffeur quando se lo videro comparire dinanzi.