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204 | capitolo xvi. |
carrozzone, che scoppio sarebbe avvenuto, se il fuoco si fosse comunicato!
— Lo ammetto, signor Gastone, ma quei bravi orsi hanno avuto il buon senso di non farlo.
— E siete loro riconoscente?
— Certo, — rispose seriamente lo studente.
— Ciò non v’impedirà però di assaggiare gli zamponi del bestione che è caduto sotto le nostre palle e che è affondato nella neve, quasi dinanzi alla porta.
— Per tutti i fulmini di Giove!... Me l’ero scordato!...
— Un cuoco che dimentica quattrocento chilogrammi di carne deve essere un pessimo cuciniere.
— No, uno stordito, signore, perchè io vi farò vedere come arrosolerò quegli zamponi.
— Uhm!... Uhm!... — fece Dik, guardando lo studente di traverso.
— Signor Gastone, — riprese Walter, — che proviamo?
— A che cosa fare?
— A issare quel bestione.
— Ci vorrebbe una grue con un buon paranco. Lo faremo a pezzi sul posto quando questa dannata bufera sarà cessata.
Pel momento preferisco fumare la mia pipa accanto alla stufa e leggere la storia delle spedizioni polari.
— Io allora andrò a cercare un trattato dell’Ottimo cuoco che ho veduto nella piccola biblioteca, per prepararvi dei manicaretti.... conditi coll’olio di foca.
— Ah!... Birbante!...
— Quando saremo giunti più al nord, signore, dovremo ben abituarci all’olio di quegli anfibi.
Io ho letto che Nansen, il famoso esploratore norvegese, cucinava i suoi pezzi d’orso, quando ne poteva avere, su una lampada alimentata con olio di foca.