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202 | capitolo xvi. |
— Accendete la canapa!... —
Una luce intensa illuminò l’interno del carrozzone. L’ex-baleniere aveva dato fuoco ad un grosso rotolo di canape incatramato ed inzuppato abbondantemente di benzina.
— Qui!... Qui!... Dik!... Gettate!... —
I due orsi si erano arrestati a tre o quattro metri dal carrozzone e pareva che attendessero i compagni prima di scagliarsi all’assalto.
Era il momento opportuno.
Dik d’un salto fu presso il finestrino che il canadese aveva precipitosamente abbandonato per lasciargli il posto e gettò la canapa fiammeggiante.
Una vampata gigantesca avvolse tosto i due disgraziati orsi il cui pelame era inzuppato di benzina.
Urla spaventevoli lacerarono l’aria, vincendo in potenza perfino i ruggiti della tempesta.
Le due bestie che ardevano come torcie e che si sentivano crepitare la pelle addosso e calcinare le carni sotto i morsi del terribile liquido, girarono per alcuni istanti su loro stessi come se fossero stati colpiti da una improvvisa pazzia, poi si slanciarono a corsa sfrenata attraverso la pianura nevosa lasciandosi dietro due immense striscie di fuoco e di scintille.
— Ah!... Poveri diavoli!... — esclamò lo studente. — Dovevano piuttosto lasciarsi ammazzare docilmente da noi e servirci dei copiosi pranzi.
Chi mangerà ora la loro carne arrostita alla benzina?
— Ci penseranno i lupi, — rispose l’ex-baleniere. — I loro stomachi non soffriranno. —
Aveva preparato un altro rotolo di canapa e l’aveva asperso di benzina.
Il canadese si era riaffacciato al finestrino.
Anche gli altri due orsi, attirati dalle urla dei loro compa-