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200 | capitolo xvi. |
— Sono qui sotto, signore. Russano come contrabbassi scordati.
— Dik, spengete la stufa e la lucerna ed anche la vostra pipa, e portate qui una latta di benzina. Le precauzioni non sono mai troppe con un liquido così infiammabile. —
Il pavimento fu subito attaccato ed un buco della circonferenza d’un dollaro, fu ben presto aperto.
Gli orsi dovevano trovarsi proprio lì sotto, poichè il loro poderoso russare giunse subito più sonoro agli orecchi dei tre esploratori, accompagnato anche da qualche grugnito soffocato.
Qualcuno di quei bestioni doveva aver avvertito il rumore prodotto dalla trivella, quantunque fosse stata maneggiata con molta prudenza.
— Accostate la latta e lasciate colare attraverso il foro, Dik. Un paio di litri basteranno per inzupparli.
— Che si ubbriachino, signor Gastone? — chiese Walter.
— Non ho mai conosciuto il gusto degli orsi, — rispose il canadese. — Può darsi che la benzina piaccia a questi giganti.
— Procurerà in tal caso loro dei dolori atroci. Prepariamo la nostra piccola farmacia per poter somministrare loro un forte emetico.
— Sì, burlone. —
Un glu-glu li avvertì che la benzina cominciava a colare attraverso al foro.
— Vedremo se bevono, — disse lo studente. — Scommetto che sono capaci di leccarsi il pelame ed anche i baffi. —
Dei brontolii, che parevano dei ruggiti soffocati, lo persuasero invece del contrario.
— Hanno ragione, — disse il chiacchierone. — Avrebbero preferito dell’olio di foca.
Sarà per un’altra volta. —