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194 capitolo xv.


D’altronde che cosa ci manca qui? I viveri abbondano, il wisky ed il gin sono eccellenti ed il tabacco non manca.

Non si potrebbe desiderare di più!

— Ed il tempo passa.

— Al Polo non ci si bada al tempo, signore.

— Ma mister Torpon potrebbe giungervi prima di noi e questo non lo desidererei affatto. —

L’ex-baleniere scrollò un’altra volta le spalle.

— Non vi è giunto ancora, — disse poi. — Non si va facilmente al Polo quantunque anch’io riconosca che l’automobile abbia maggiori probabilità d’un veliero o d’un piroscafo.

Per centomila balenotteri!...

— Che cosa avete, Dik? —

Il baleniere aveva volto lo sguardo sul fornello sul quale lo studente, cuoco improvvisato eppure abbastanza abile, stava preparando la seconda colazione.

— Hanno un buon naso gli orsi, — disse. — Ed infatti, quando noi volevamo attirarli sulla costa, bastava dar fuoco ad una scatola piena di grasso.

Anche se si trovavano a dieci miglia di distanza accorrevano, per offrirsi gentilmente ai nostri colpi di carabina.

— Che cosa volete dire, Dik? — chiese il canadese.

— Che qualcuno viene a reclamare la sua parte di cola.... —

Non aveva finita la frase. Un vetro d’una delle piccole finestre era stato infranto da un poderoso colpo di zampa, ed una testa era comparsa, sbuffando dentro il carrozzone una fumata d’aria densa.

Lo studente aveva levata prontamente dal fuoco la padella e si era precipitato dinanzi alla finestrina, gridando:

— Eccovi servito, signore!... La carne è pronta!... Favorite entrare, se la vostra pelliccia non vi impedisce!... —

L’orso bianco, attirato certamente dal profumo che esalava