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battaglia in mezzo alle nevi | 173 |
— Ripieghiamoci sull’automobile! — gridò il canadese. — Andate a chiudere il carrozzone.
— È subito fatto, signore.
— E poi fuoco a volontà.
— Lasciate fare a me!... —
Mentre delle freccie, lanciate piuttosto a casaccio, poichè la neve non cessava di cadere ed il vento di soffiare con estrema forza, cadevano intorno all’automobile, lo studente in quattro salti raggiunse il carozzone e lo sprangò, poi tornò di corsa verso il canadese il quale continuava a urlare:
— Indietro, canaglie, o vi massacriamo tutti!... —
Gli esquimesi pareva che non avessero molta fretta di esporsi al fuoco dei mauser.
Invece di continuare ad avanzare, si erano a poco a poco gettati a destra ed a sinistra, coricandosi in mezzo alla neve ed allargando sempre più le loro file.
Strisciavano come le foche e le morse fermandosi solo qualche istante per lanciare una volata di dardi affatto inoffensivi, data la distanza, la quale anzi aumentava sempre.
Quella strana manovra però fini per preoccupare il canadese.
— Si direbbe che cerchino di chiuderci in mezzo, — disse. — Vi pare, Walter?
— Sono dei volponi, signore.
— Che ci daranno dei gravi fastidi se non prendiamo una decisione senza perdere un istante.
— Si tratterebbe di far cantare i fucili?
— Sì, Walter.
— E lasciamoli cantare, allora, — concluse lo studente. — Io ho sempre udito raccontare che il piombo e l’unico nemico dei popoli selvaggi.
A me la linea di destra, signor di Montcalm, a voi quella di sinistra. Vedremo come ballano i mangiatori di lardo. —