Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
battaglia in mezzo alle nevi | 171 |
nistramente, ed una ruppe la sua punta contro lo scudo del volante.
— Quand’è così, brutti bevitori d’olio, non mi trattengo più!... —
Un colpo di fucile rimbombò fra le urla del vento, seguito da un grido acutissimo e da una volata di dardi.
Poi fu un nuovo sparo che echeggiò, partito questo dal carrozzone. Il signor di Montcalm, accortosi che gli esquimesi non avevano intenzione di scherzare, aveva subito appoggiato il tiro dello studente.
Gli esquimesi sostarono un momento, poi girarono sui talloni rifugiandosi più che in fretta dentro i corridoi delle loro capanne.
Sulla candida distesa di neve erano rimaste due grosse figure nere: erano due esquimesi passati da parte a parte dalle palle dei mauser e fulminati sul colpo.
Il canadese, non scorgendo più nessuno, si era affrettato a lasciare il carrozzone e avvicinarsi all’automobile.
— Ebbene, Walter? — chiese.
— Pare che si siano calmati, signore, — rispose lo studente.
— Siete stato colpito?
— Ma che!... Tirano le freccie peggio dei ragazzi del sud Africa.
— Ed ora, che cosa succederà?
— Che si vendichino su Dik?
— Se non si fosse lasciato portar via lancierei l’automobile a corsa sfrenata, — disse il canadese. — Non sono un perfetto chaffeur, tuttavia me ne intendo di queste meravigliose macchine e non mi troverei imbarazzato neanche se dovesse succedere qualche guasto.
— Sapete che cosa dovremmo fare, giacchè ci lasciano un po’ tranquilli, signor Gastone?