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un’orgia di carne e d’olio | 153 |
miglianti ai lupi e che non cessavano di azzuffarsi fra di loro benchè i loro padroni picchiassero forte colle lunghissime fruste a manico cortissimo.
Il canadese e lo studente, udendo tutto quel baccano, erano pure usciti dal carrozzone e si erano accostati all’automobile dove Dik stava montando la sua piccola incudine per procedere alla riparazione del guasto che non esisteva che nella sua fantasia.
— Che cosa succede, amico? — chiese il signor di Montcalm.
— Nulla di male, signore, — rispose l’ex-baleniere, levando da una delle cassette una quantità di ferri. — Quel caro Karalit sta per recarsi alla costa coi suoi pescatori per pelare la balena. Sarà uno spettacolo interessante a vedersi e vi consiglierei di approfittare della bella occasione, anche perchè l’automobile non potrà essere pronta prima di questa sera.
— È grave il guasto?
— Ma no, signore, richiederà solo un po’ di tempo e di pazienza. Come vi ho già detto, rispondo io di tutto.
— Allora possiamo accompagnare gli esquimesi, — disse lo studente.
— Stavo per proporvelo. Rimanendo qui vi annoiereste inutilmente, — disse l’ex-baleniere.
— Si va, signor di Montcalm?
— Andiamo, Walter, — rispose il canadese.
Karalit aveva già fatto avanzare una slitta tirata da venti cani e guidata da un giovane pescatore, mettendola a loro disposizione.
I due viaggiatori vi salirono, portando con loro i mauser ed un canestro di provviste, e subito i cani, al primo colpo di frusta della guida, si slanciarono attraverso la pianura gelata, latrando e ululando di quando in quando come i lupi.