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122 | capitolo x. |
Il meccanico che era già balzato a terra, non aveva risposto. Curvo innanzi, colle mani tese dinanzi agli occhi, pareva che osservasse attentamente qualche cosa navigante al largo.
— Mi avete capito, Dik? — chiese il canadese.
Ancora nessuna risposta.
— Fulmini di Giove!... Che sia diventato improvvisamente sordo!... — esclamò lo studente. — Ohè, chaffeur, si può salire quella costa colla nostra macchina? —
Questa volta il baleniere si scosse e dalle sue labbra contratte uscì un grido:
— Scandaglia la boete!... —
Lo studente l’aveva guardato, domandandosi se per caso il meccanico fosse improvvisamente impazzito.
Il canadese invece aveva fatto un salto innanzi, esclamando:
— Il grido della vedetta dei balenieri!... Dov’è, Dik!...
— Guardatela.... laggiù.... fra quei due ice-bergs!... Ah!... Se avessi una scialuppa ed il mio rampone!...
— Signor Gastone, — disse lo studente. — Volete dirmi se sta per sprofondarsi la baia d’Hudson?
— Non sprofonda affatto, anzi spinge a galla uno dei suoi più giganteschi abitatori.
— Eccola la briccona!... Che colossale balena!... Deve essere una franca, è vero, Dik?
— Sì, signore, — rispose l’ex-pescatore di cetacei, agitando in alto il braccio destro e stringendo le dita come se cercasse di afferrare qualche rampone.
— Fulmini di Giove!... — esclamò lo studente. — Ero dunque io cieco poco fa per non vedere un simile mostro? —
A soli cinquecento metri dalla riva, fra due gigantesche montagne di ghiaccio, era bruscamente comparsa a galla una enor-