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104 capitolo viii.

ancora troppo affamate. Suvvia, riprendete il fucile e cerchiamo di decimare quelle bestiaccie. —

L’ex-baleniere, durante quel dialogo, non aveva cessato di far fuoco. Disteso sulla capote mirava con calma, da uomo che ci tiene a non sprecare le sue cartuccie, e ogni volta che un lupo commetteva l’imprudenza di mostrarsi lo fulminava con una precisione meravigliosa.

Se parlava poco agiva molto, destando un vero entusiasmo nel canadese.

Per una mezz’ora i tre viaggiatori continuarono a sparare, sbagliando ben pochi colpi, poi sostarono.

I lupi, diventati eccessivamente diffidenti, non ardivano più mostrarsi.

Avevano ormai compreso che avevano da fare con degli uomini ben risoluti a difendersi e che sapevano maneggiare terribilmente quei piccoli eppure tremendi arnesi di distruzione, e si tenevano in guardia per non farsi sterminare troppo presto.

Che cosa aspettavano? Che gli assediati si decidessero ad offrire loro le proprie gambe? Oppure aspettavano la notte, già non lontana, per ritentare un assalto disperato?

Ed intanto la neve continuava a cadere, lenta, silenziosa, cadendo fra albero ed albero, intorno all’automobile ormai arenata come un veliero che ha dato in secco su un bassofondo.