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la caccia all’automobile 103

macchina, pronti ad avventarsi contro i viaggiatori se avessero osato abbandonare la capote di cuoio.

— Fulmini di Giove!... — esclamò l’eterno chiacchierone, tormentando il grilletto del fucile. — Che cosa dite voi, signor Gastone?

— Io dico che ci hanno bloccati, — rispose il canadese.

— Pare anche a me.

— Che possa durare molto questo assedio?

— Chi lo sa. Dipende dalla maggiore o minore pazienza dei signori lupi.

— Voi che siete pratico del paese e delle bestie che lo abitano, potreste spiegarvi un po’ di più.

— Mio caro Walter, io non sono mai stato un lupo e perciò non posso indovinare le intenzioni di quelle bestiaccie.

— E se questo assedio dovesse prolungarsi?

— Ci armeremo di pazienza.

— Siamo senza viveri, signore, poichè le provviste si trovano nel carrozzone-salon.

— Stringeremo la cintola dei nostri calzoni per ora.

— Ah!... Diavolo!...

— Ohè, signor studente, credevate di andare al Polo placidamente sdraiato su un sedile o su un letto, col cuoco sempre ai vostri ordini e la stufa sempre russante?

— No, no, signor Gastone, tutt’altro.

— Allora non vi lamentate così presto, mio bravo campione di Cambridge, — disse il canadese, ridendo.

— Converrete però con me che la nostra situazione può diventare poco allegra. Guardate: comincia a nevicare per di più.

— Ah!... Questa sì che secca, se l’assedio dovrà prolungarsi.

— Se non ci fossero sotto le vetture quei cinque o sei lupi si potrebbe scendere sotto la capote e metterci al coperto.

— Non vi consiglio di tentarlo, Walter. Queste bestie sono