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settimana spesa attorno al Monviso da alcuni animosi giovani. Ed appena giunto in Torino mi recai stamane dal sig. Vialardi che ne faceva parte, e vi ammirai parecchie interessantissime fotografie, le quali, senza che occorra sforzo d’immaginazione, tutto vi trasportano col pensiero in mezzo a quelle ertissime e curiosissime balze. Una ostinata e gelida nebbia fu di ostacolo a questi coraggiosi giovani, e la cima non potè essere vinta.

Nella settimana scorsa un’altra comitiva, della quale faceva parte qualche nostro conoscente, e che si componeva nel resto di abitanti di Verzuolo, fra cui una gentilissima signora oriunda di Torino, tentava pure la salita del Monviso con molta probabilità di buon esito. Infatti si era cercato a guida nientemeno che il Peyrotte, il quale già era stato l’anno scorso sul Monviso assieme al Tuckett. Questa comitiva pervenne fino alla parte superiore del vallone delle Forciolline, ove pernottava alla bella stella sulle sponde di uno dei laghi, che gli antichi ghiacciai vi hanno formato. Si andò il giorno dopo alquanto innanzi; ma al Peyrotte venne talmente meno ogni specie di animo, che dopo molte difficoltà e tentennamenti finì per rifiutarsi affatto a condurre la comitiva sulla vetta del Monviso. Io non mi meraviglio