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scendendo poscia nell’intervallo compreso fra la costola sud-ovest e la costola sud-est del Monviso, assai più vicino a questa che non a quella, potè finalmente porre piede sulla cima il 30 agosto 1861. Erano con lui il signor Jacomb, e due guide di Chamounix, Michele e Gio. Batt. Croz.
Il 4 luglio 1862 si saliva una seconda volta al Monviso. Ed era il sig. Tuckett in compagnia delle guide Michele Croz di Chamounix, Pietro Perrn di Zermatt, e di un tal Bartolomeo Peyrotte di Bobbio di val Pellice. Il Tuckett passò anzi la notte a pochi metri al dissotto della cima del Monviso sull’orlo di un precipizio orrendo.
Non è a dire quanto codesti ripetuti successi spronassero i touristes italiani a non indugiare ulteriormente la salita di questo monte, il quale dopo la cessione della Savoia, con cui tanta parte del Monbianco passò alla Francia, è forse, ed anzi senza forse, la più bella sommità alpina che sia rimasta per intiero alla Italia.1
Nelle appendici dell’Opinione avrai letto il principio di una briosissima descrizione della
- ↑ La cima del Monviso è al di qua della linea di separazione delle acque, e dista di circa due chilometri dal confine francese.