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bastone ferrato ed a procurarsi la maschia soddisfazione di solcare in varie direzioni e sino alle più alte cime queste meravigliose Alpi, che ogni popolo ci invidia. Col crescere di questo gusto crescerà pure l’amore per lo studio delle scienze naturali, e non ci occorrerà più di veder le cose nostre talvolta studiate più dagli stranieri, che non dagli italiani.
Sta sano.
(Da altra lettera del 4 settembre)
...... Il buon esito della nostra gita condusse ben presto nuovi visitatori al Monviso, ed una seconda comitiva d’italiani ne soggiogava la vetta il 26 agosto.
I signori Luigi e Giovanni di Roasenda partirono il 25 agosto da Casteldelfino in compagnia degli stessi Gertoux e Bodoino e si recarono nel vallone delle Forciolline ove pernottarono pure alla maita Boarelli. Il giorno dopo, non esitando più le guide sulla via da tenersi, ed avendo tutti muniti i piedi di grappe, poterono guadagnar tempo e giunsero in meno di cinque ore sulla cima orientale del Monviso.
Nell’uomo di pietra trovarono i termometri lasciativi dal Mathews e dal Tuckett, e da una