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più importa a vedersi dalla cima di un alto monte non sian tanto lontane città, lontani fiumi che vi si stendono ai piedi come immense carte geografiche. Veramente bella e sublime è invece la vista delle montagne che si elevino ad altezza non minore di quella su cui siete.
Non scorderò mai l’impressione, che provai dalle cime del Monrosa, scorgendo venir su gigante il Monbianco come una massa di grandezza ed altezza inaspettata, la quale torreggiava bianchissima sovra un singolare pianoro formato dai vertici delle altre minori cime delle Alpi.
Ma invece eravamo in una nebbia di fittezza crescente. Essa si squarciò qualche istante per lasciarci vedere la valle del Pellice e Pinerolo, la valle del Gujl, ecc., ma le son miserie da non mentovarsi appetto di quello che ci aspettavamo. Seppimo la sera che nel vallone delle Forciolline piovette per ben due ore, e chi ci aspettava fu in grande inquietudine sul conto nostro.
Forza fu adunque rassegnarci a scendere, ad alle tre ci posimo per via, se non altro lieti di esser riesciti nel nostro intento.
La discesa nulla offrì di rimarchevole, salvo che era un po’ più pericolosa della salita, im-