Pagina:Una salita al Monviso.djvu/48

46

dare innanzi il Gertoux. Questi da principio, o fosse la novità del mestiere, o fosse la preoccupazione di riescire nella salita, non badava gran fatto alla nostra sicurezza; ma dopo che l’ebbi avvertito finì per moltiplicarsi in guisa da assisterci in ogni cattivo passaggio e da indicarci ad ogni istante una via possibile per cui andare avanti.

Veramente qualche volta fra lui e noi c’era discrepanza; noi volevamo che si stesse alle indicazioni del Mathews e si andasse il più vicino possibile alla costola sud-est: egli per contro voleva portarci nel mezzo del seno, che è fra questa costola e quella delle Forciolline. Nè era facile persuaderlo; chè il Gertoux è vero montanaro, cioè a dire testardo... quasi come un biellese.

Intanto non appena si girava il capo vedevansi le punte delle Alpi marittime abbassarsi di più in più ed allargarsi ad ogni passo l’orizzonte, che era veramente magnifico. Le varie vallate, che confluiscono nella pianura del Po, si andavano distinguendo di meglio in meglio ed i contrafforti, che le dividono, parevano colline di poco momento.

Le stesse creste, che spartiscono il vallone delle Forciolline da quello delle Giargiatte sembravano aver perduto molto dell’orrore,