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mai attraversare un ghiacciaio. Con un po’ di sangue freddo, anche quando si comincia a sdrucciolare, si riesce a ficcare nel ghiaccio la punta del bastone e vi si apre un solco, per cui la velocità del corpo comincia a diminuire e ben presto si riesce a fermarsi.
Ma tornando al Giacinto di S. Robert, non appena il piede gli mancò, che abbandonò il bastone, il quale partì come una freccia giù pel ghiaccio e se non era della corda, con cui era legato al Gertoux, egli era perduto. Nè questo è il primo caso che mi occorra di vedere in tal modo salvata la vita di un uomo. Credo di averti più di una volta narrato come nel salire il Breithorn nel 1854 io fossi sopra una crepatura di un ghiacciaio, la quale non aveva meno di 10 metri di larghezza e qualche centinaio di metri di profondità, come mi ci trovassi solo in piedi e col bastone confitto nel ghiaccio, mentre da me pendevano per mezzo della corda il mio compagno di viaggio ed una guida, cui ci vollero niente meno di tre quarti d’ora per rimettersi in piedi.
Ed in tal guisa ora aggrappandoci a roccie in posto, ora sopra frammenti sciolti, ora sul ghiaccio avanzavamo lentamente ma sicuramente. Di tratto in tratto si sostava per man-