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zione, citerò il Dypsacus fullonum e l’Onopordon acanthium, di che nei dintorni di Sampeyre era la strada fiancheggiata, come pure la Petasites vulgaris, le cui foglie misurano in larghezza fino a mezzo metro, e sono ivi adoperate per avvolgere il butirro.
Oltre Sampeyre i larici, che si erano fin là tenuti sulle pendici, scendono sino al fondo della valle, e vi abbondano i salici in guisa da dare a questa un carattere speciale. È notevole il Salix viminalis per la sua frequenza, ed il Salix alba per l’altezza a cui giunge.
La vegetazione è meno rigogliosa sui serpentini, ed in pochi luoghi si può osservare così bene la influenza della natura del suolo sulla vegetazione, come tra Villaretto e Torrette, ove sovra i scisti serpentinosi ed enfotidei del fianco settentrionale essa è di una povertà che fa singolare contrasto collo splendido verde del fondo della valle e del fianco meridionale.
In generale gli abitanti sono alti della persona, e si traggono di qui non pochi soldati di cavalleria, ed anzi si osserva nei Santi dipinti qua e là sulle pareti (Dio perdoni gli autori degli orribili scarabocchi!) che sono in maggior numero ed in più grande favore i Santi a cavallo con tanto di lancia, di sciabola e di speroni.