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La strada da Saluzzo a Verzuolo e Piasco lambisce le ultime falde delle Alpi, che vanno ivi a seppellirsi sotto le alluvioni. Esse constano di scisti diversi più o meno calcariferi, sopra i quali sono aperte molte cave, i cui prodotti trovansi troppo bene rappresentati nella raccolta mineralogica della scuola di applicazione, perchè io abbia a discorrertene qui.

Nel rimontare la valle, questi scisti sono in due luoghi interrotti dal serpentino, come si trova indicato nella carta geologica del Sismonda, ed in qualche luogo passano al gneiss ed al micascisto.

È degno di nota il tratto di questi scisti, compreso tra Frassino e Roure, poichè ivi il calcare è diventato perfettamente saccaroide, e siccome esso è per giunta bianco, così si ha un marmo non ispregevole. Non ebbi però occasione di vederlo altrimenti adoprato, che come pietra di calce. Sono curiose alcune diramazioni di questo calcare bianco entro allo scisto bigio scuro che l’attornia, le quali ricordano, per la forma, le celebri ramificazioni del granito dell’isola dell’Elba entro agli scisti che gli stanno dappresso.

La formazione scistosa della valle di Varaita è ancora interrotta da una testata di granito, che è pure indicata dal Sismonda. Il granito