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28 | una famiglia di topi |
gnava le gioie d’una famigliuola di topolini, che Rita e Nello avrebbero saputo educare con ogni cura e ogni gentilezza.
A poco a poco Ragù s’era pienamente ristabilito in salute. I fianchi, prima scarni, che gli facevano due incavi, s’eran venuti arrotondando; il pelo, che prima qua e là gli mancava, gli era ricresciuto raffittendosi per modo, che Rita appena gli ci poteva passare il pettine, e doveva contentarsi di spazzolarlo come un piccolo manicotto.
Siccome la contessa Sernici non intendeva che i suoi ragazzi trascurassero gli studi, così essi s’occupavano di Ragù e di Caciotta nelle ore di ricreazione. Gli era allora che si faceva la pulizia; gli era allora che insegnavano ai topi a seguirli come cagnolini da una stanza all’altra, a prendere il cibo dalla bocca, come due piccioni, e altri simili garbi. Congli antichi esercizi non li affliggevano più: non si parlava, certo, di scegliere il biglietto