Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
178 | una famiglia di topi |
I bimbi s’eran chinati a prendere in mano la topina, e la guardavano premurosi da tutte le parti.
Dodò capiva bene la lingua dei padroni, ma non poteva parlarla; quand’anche, però, l’avesse parlata, non avrebbe certo fatto la spia; tanto più che Rosicalegno prometteva di presentarsi a fare il dover suo.
— Verrà? Non verrà? pensava la Lilia con un’angoscia che nemmeno lei avrebbe saputo descrivere.
La giornata passò quietamente per tutti; i topini dormirono e mangiarono come al solito; soltanto Dodò parlò a lungo con la Caciotta e con Ragù del progetto ch’egli aveva in testa riguardo a sua sorella, se le cose si mettevano come sperava lui.
La sera stessa, i signori Sernici, co’ loro ragazzi e i topi, erano a cena; la Lilia sgretolava qualcosa di mala voglia: Moschino s’era scottata una manuccia, posandola su