Che in sul fronte di Jacopo s’abbuja?
Sul conscio letto assiso, a breve carta 15Con la tremula man note dolenti4
Egli affida piagnendo: Oh! niun di loro
Che a lui veglian d’intorno, oda il sospiro
Che gli esce ora del cor! nissun deh ascolti
La lugubre canzon ch’Egli a se stesso 20Intuona in sul morir! tremando, ansando,
Inginocchiata, con le man’ sul petto
Al ciel gl’illagrimanti occhi la pia
Madre innalza: un pallor, come di morte,
È al genitor sul volto, che non mette 25Nè singulto nè accento. Angiol soave,
Che al giovinetto da la prima etade
Ti giugnesti compagno, or ve’ l’angoscia
Che sì ’l combatte, e più e più s’inaspra
Pel lamentar de’ suoi! Chè non l’ajuti 30Di tua vista diletta? — Ah! tu non vedi,
Par ch’ei risponda, la gentil fanciulla
Cui sì possente all’anima ragiona
Sacro amor di sorella? A me non lice
Dinanzi agli occhi suoi visibilmente 35Dar luce all’onda delle chiome aurate,
Qui ov’Ella, tutte in cor le dolorose
Lacrime ristagnando, al fratel suo
Or favella, or sorride, or la promesse
Di nuove paci in sì pietosi modi, 40Ch’io pur ne tragioisco! — Come suole
Nanzi agli altari un giovincel levita,
I vaghi d’ôr turiboli agitando,
Ravvivar le fiammelle, insin che grave
Il pontefice assurga, e su vi spanda