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70 | ultime lettere d’jacopo ortis. |
LORENZO A CHI LEGGE
Tu forse, o Lettore, ti se’ fatto amico di Jacopo, e brami di sapere la storia della sua passione; onde io per narrartela, andrò quindi innanzi interrompendo la serie delle sue lettere.
La morte di Lauretta accrebbe la sua malinconia, fatta ancor più nera per l’imminente ritorno di Odoardo. Dimagrato, sparuto, con gli occhi incavati, ma spalancati e pensosi, la voce cupa, i passi tardi, andava per lo più inferrajuolato, senza cappello, e con le chiome giù per la faccia; vegliava le notti intere girando per le campagne, e il giorno fu spesso veduto dormire sotto qualche albero.
In questa, tornò Odoardo in compagnia di un giovine pittore che ripatriava da Roma. Quel giorno stesso incontrarono Jacopo. Odoardo gli si fe’ incontro abbracciandolo; Jacopo quasi sbigottito si arretrò. Il pittore gli disse ch’avendo udito a parlare di lui e dell’ingegno suo, da gran tempo bramava di conoscerlo di persona. — Ei lo interruppe: Io? — io, signor mio, non ho mai potuto conoscere me medesimo negli altri mortali; però non credo che gli altri possano mai conoscere sè medesimi in me. Gli domandarono interpretazione di sì ambigue parole. Ed ei per tutta risposta si ravvolse nel suo tabarro, si cacciò fra gli alberi; e sparì. Odoardo si dolse di questo contegno col padre di Teresa, il quale già incominciava a temere della passione di Jacopo.
Teresa dotata di un’indole meno risentita, ma passionata ed ingenua, propensa a una affettuosa malinconia, priva nella solitudine d’ogni altro amico di cuore, nell’età in cui parla in noi la dolce necessità di amare e di essere riamati, incominciò a confidare a Jacopo tutta l’anima sua, e a poco a poco se ne innamorò; ma non ardiva confessarlo a se stessa: e dopo la sera di quel bacio viveva assai riservata sfuggendo l’amante, e tremando alla presenza del padre. Allontanata da sua madre, senza consiglio e senza conforto, atterrita dal suo stato futuro, e dalla virtù e dall’amore, divenne solitaria, non parlava quasi mai, leggeva sempre, trascurava e il disegno, e la sua arpa, e il suo abbigliamento, e fu spesso sorpresa dai famigliari con le lagrime agli occhi. Sfuggiva la compagnia delle giovinette sue amiche che a primavera villeggiavano a’ colli Euganei: e dileguandosi a tutti e alla sua sorellina, sedeva molte ore ne’ luoghi più appartati del suo giardino. Regnava quindi in quella casa un silenzio e una certa diffidenza che turbarono lo sposo, trafitto anche da’ modi sdegnosi di Jacopo incapace di simulazione. Naturalmente parlava con enfasi; e sebbene conversando fosse taciturno, fra’ suoi amici era loquace, pronto al riso, e ad una allegria schietta, eccessiva. Ma in que’ giorni le sue parole ed ogni suo atto