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SUL TESTO DEL POEMA l’I DANTE. 360

» della Crusca da Vincenzo Monti, con tale apparato di belle » ragioni da non lasciar alcun dubbio intorno alla preferenza; ’

— né a me finora di quell’opera capitarono più che due tomi. Se avessi veduto il quinto, forse m’ avrebbe tolta questa fa- tica; non però distolto dalla opinione che la variante — moto

— viene essa pure dalla penna di Dante.

CXCVII. Per ora stimo sia da anteporsi; e se fu severa- mente proscritta, la lezione espiò la reità degli interpreti suoi. Non erano forzati da essa, coni’ altri crede, « a cacciarsi in arzigogoli, per poterla spiegare;’^ » — ma divagavano intorno a sposizioni scientifiche, senz’ attendere ad osservare quale delle due varianti, uniformandosi alle opinioni filosofiche e religiose dell’Autore, cospiri a l un tempo a dare immagini ed anima alla scienza. Innanzi tratto, a chi vuol eleggere fra mondo e MOTO, importerà d’ avverare quante e quali idee Dante asse- gnava all’una parola ed all’ altra; e da quali di e-se idee più naturalmente prorompano fantasmi poetici. Ben n’uscirebbero, come pur dianzi è accennato, dalla voce mondo, se non fosse che Dante, per riverenza alla rivelazione del dogma cristiano, chiamava di proposito Mondo il globo abitato dagli uomini. ch’egli fosse in ciò mal guidato dalle traduzioni dal Greco, di che si duole ; ’ — o che più veramente gli rincrescesse di con- traddire a viso aperto « a quello glorioso filosofo al quale la natura più aperse i suoi secreti; " » — certo è, che dissimula r eternità della materia, e la limita alla dottrina dell’ immo- bilità permanente della terra stabile nel suo centro. « Percioc- ché — la grande autorità sua (d’Aristotile) che riprovò per » false le altre opinioni, provò questo mondo, cioè la terra, » stare stabile e fìssa in sempiterno, — e non si gira ; ed essa » col mare è centro del cielo ^. » All’Anonimo tuttavia non fuggi che in altre occasioni l’equivoco di Mondo e Terra avrebbe sentito di eresia: però nel principio del suo Commento avvertiva : — <^ L’autore dice questo poetando , e imitando » r opinione di coloro che vogliono che il mondo sia eterno, e » si regga per costellazioni ". » — Pur é il sutterfugio a che ricorreva anche Pietro Alighieri. Come Dante esagerava la ve- rità storica per impeto di passione, e però non si pensava di esagerare, cosi esprimeva con forme poetiche ogni ipotesi di filosofia, purché ei l’avesse per innegabile e coerente a’ prin- cipj (Iella sua religione; altrimenti non l’ammetteva. Fin an- che l’antica mitologia, della quale a moltissimi pare ch’egli abbia fatto uso bizzarro e profano, parcvagli vece di provvi-


i Prof -zinne all’ Rd.z. P. dovona, png. xii.

2 Lom!):-.rdi, Commei.to a’ versi cituli,

3 Concilo, pag. 135.

4 /y»;, pag. 153.

5 Ivi, pag. 153.

6 EUizione Fiorentina, voi. IV, pog. 42,

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3^