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.?56 Discoaso sul testo del poema di dante.
E allorché san Francesco si dà per vinto dalla dialettica di un Demonio che prova la nullità dell’assoluzione papale a’ peccati commessi in benefìcio del patrimonio di san Pietro, chi mai non vi scorge la dottrina delle indulgenze e le distinzioni de’casuisti? ’ — Queste fra le molte altre allusioni, non cosi alla disciplina, come alle dottrine della Chiesa di Roma, vanno acquistando forza e perspicuità col progresso della prima Cantica.
CLXXXVII. Ne’ primi canti del Purgatorio è rinnegata ogni virtù alle scomuniche pontificie contro a’ peccatori pentiti e morenti senza l’assoluzione del confessore*. Il numero d’anni richiesto a purgare le anime tanto che risplendano degne de’ cieli, può diminuirsi, a parere di Dante, «da’ buoni preghi; » e più ch’altro, «dalle lacrime degli innocenti e delle vedove a Dio ^.» Che riprovasse gli anniversarj d’esequie e di messe, e il merito dell’elemosina a’ sacerdoti, ne danno indizj que’ versi:
Se orazione in prima non mi aita, Che surga su di cuor che grazia arriva; L’altra, che val? che in ciel non è gradital *
Forse illustrano la minaccia alla fine della Cantica:
Chi n’ha colpa, creda Che vendetta di Dio non teme suppe.
Taluni infatti v’intesero le suppe di pane e vino nel sacrificio della messa; e ne vennero controversie famose allora a’ teologi
- , — ed oggi a’ filologi, educati anch’essi allo studio di
stabilire argomenti sottili sopra equivoci di parole. Chi nel latino supus ritrova il francese souple, e per «suppe non te» mute dalla vendetta di Dio» intende simulazioni e lusinghe:
i Inferno, XXVII; e qui dietro, sez. CXIV.
2 Purgatorio, III, 118-138.
3 Purgatorio, III, 141; V, 70-72; Vili, 70-72; XXIII, 92, segj?. Giustizia di Dio e pietà de’ viventi, Purgatorio, XI, 37. — Generalmente i dannali preg;ino Dante di ricordarli fra’ viventi per fama; ei purganti per preci, che diminuissero il tempo delle loro pene. Purgatorio, XI, 55; XVl, 50: e preghiere per V amma sua Dante promette per mercede a Ugo Gapeto, il quale protesta ch’ei non se le spera da’ tristi suoi successori. Purgatorio, XX, 37-42.
.... Quello spirito che attende, Pria che si penta, l’orlo della vita, Laggiù dimora e quassù non ascende,
Se buona orazion lui non aita.
Purgatorio, XI, 127-130.
Né mai SI rista di chiedere orazione buona, da cuore che viva in grazia a Dio, da innocenti, o da buona radice. Solo i pii sono punti dalla rimembranza de’ loro morti e ne piangono. Purgatorio, Xll, 19. Vedi Purgatorio, XIII, 123.
4 Purgatorio, IV, 1^3.
’ 5 Fra glif^spositori il Daniello; Purgatorio, XXXIII, 35; — e intorno airepo«a del Concilio di Trento l’Avviso piaccoole d’un nobile giovane Francese alla bella Italia, uscito in Ginevra, e confutato dal Cardinale uellarmino.