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DISCORSO SUL TESTO DEL POEMA DI DANTE. 349
Pur è notabile ch’ei la commenta da sé col verso di Lucano:
Jupiter est quodcumque vides quocumqiLe moverìs : *
e nondimeno vedovalo preceduto immediatamente dalle sen- tenze :
E4ne Dei sedcs nisi teiera, et pontus, et aer,
Et coelum, et virtas ? Superos quid quaerimus ultra ? »
Se non che la metafisica sarà sempre mirabilmente arrendevole a tutto ed a tutti. Così i versi Virgiliani fanno da testo al Deismo, al Politeismo e all’Ateismo ed al Cristianesimo *. Or si guardino rimodellati nel sistema di Dante.
L’Amor che move il Sole e l’altre Stelle *
(e questo verso sigilla il Poema) diffonde un moto preordinato all’universo in virtù de’ giri del cielo empireo , che via via si propagano sempre più rapidi di pianeta in pianeta sino alla terra. L’ordine impreteribile del loro moto dispensa, a chi più e a chi meno fra gli umani individui, e a chi l’una e a chi l’altra, le virtù divine di che le stelle sono diversamente do- tate. Pur lasciano all’educazione, a’ casi della vita, e più ch’altro al libero arbitrio, di secondarle , o impedirle ; e quei che, po- tendo , non se ne giovano , fanno contrasto alla natura ed al cielo, e vivono miseri. —
Voi che vivete, ogni cagion recate Pur suso al Cielo si come se tutto Movesse seco di necessitate.
Se cosi fosse in voi, fora distrutto Libero arbitrio, e non fora giustizia Per ben letizia e per male aver lutto.
Lo cielo i vostri movimenti inizia ^* —
1 Lettera a Cane della Scala, pag. 476. — Della partecipazione degli uomini tutti nello Spirito di Dio. e del lume che ne ricevono naturalmente da’ raggi della Mente divinii, vedi scz. XLVIII, e le note.
Lume non è, se non vien dal sereno Che non si turba mai, anzi è tenèbra, Od ombra della carne, o suo veleno.
Paradiso. XIX, 64.
Quindi desumesi che i mortali a’ quali il lume divino discende meno ottene- brato, sono più dotati d’ ispirazioni celesti, e mos=i dallo Spirito Santo col quale conversano: di che vedi un passo di Dante, notabile, nella Dedicatoria a Cane Scaligero. (Vedi sez- CLXIV.)
2 Pharsalia, lib. IX, 578.
3 Vedi r epigrafe della Teodicea di Leibnizio , e delle Opere postume di Spinosa.
4 Paradiso, verso ultimo.
5 Purgatorio, XVI, 67r73