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DISCORSO SUL TESTO DEL POEMA DI DANTE.
dinaie d’un Antipapa; ’ — ed era quel Visconti che con la croce nella mano sinistra , e la spada nuda nella diritta , rispose al Legato del successore legittimo di san Pietro: — Diretegli che queH’una sarà difesa a quest’altra ^. — Sei dotti, adunati da quell’arci ghibellino, esposero la Divina Commedia : e se vero è che il loro libro sia tuttavia da vedersi nella libreria Lauren- ziana % forse che n’uscirebbero dichiarazioni più libere d’allu- sioni toccate timidamente o trasandate dagli mterpreti desti- tuti di protettori. Ma fors’anche paleserebbesi il pessimo de’ commenti; quanto è fatale a’ letterati, qualvolta seggono in concistoro, d’essere chi più chi meno, codardi tutti; non per natura, ma perchè ove anche ciascuno fosse disposto a profes- sare le proprie dottrine da martire , chi mai vorrebbe stare a pericoli per le altrui?
CLXXX. L’autenticità del commento latino di Pietro Alighieri è impugnata ’’, per ciò che non vi si trova « nò il figlio di Dante, » né il cittadino fiorentino, nò l’uomo intendente di poesia , e » nò pure gli squarci più nobili del Poema. » — A me di que- sto Commento, se bene moltii3licato in più codici, non è toccato di leggere se non pochi squarci riferiti ne’ libri altrui, e mi sono riportato anche qui all’antiquario che lo divorò tutto intero:’* e gli credo. Is^on però fido nel suo giudizio, quondo anzi le lacune che dopo l’età della stampa disanimarono editori dal pubblicarlo, mi sono indizj che il Commento era autentico. Che se non fosse stato per que’ difetti , non tutti , nel secolo xiv e XV, in Toscana lo avrebbero ricopiato liberamente. Però la tradizione antichissima dell’origine degli esemplari oggimai concatenasi per tanto ordine di testimonj e di tempi , che le prove congetturali allegate a distruggerla ®, ove fossero am- messe, ogni nome d’autore starebbe a rischio d’essere cancellato dalle opere sue. Che? a ritogliere il poco merito di quel Com- mento a Pietro Alighieri, e a dargli lode d’ un altro men in- degno di lui, ma perdutosi, gli ritolgono anche il sepolcro in Treviso; e vanno filologizzando a trovare ch’ei moriva in Ve- rona, e che quindi i versi dell’epitafio,
EXTITIT EXPERTUS MULTUM SCRIPTISQVE REFERTUS UT LIBRUM PATRIS PUNCTIS APERIRET IN ATRIS
sono imposture ’, — Ma così fatte erudizieni nuovissime sono vergognose e a chi gode di dirle^ e a chiunque è corrivo a ri-
1 Annali d’Italia, ann. 1330-1340.
2 Ivi, an. 1351.
3 Mehu?, VUa Ambrosii Camaldulensis.
4 Tiraboschi, Storia della LeUeraUira, voi. V, pag. 402, nota (a), attenendosi al Dionisi.
5 Vedi sopra, sez. Vili.
6 Dionisi, Preparazione islorica-crilica, cap. 3, e spesso altrove.
7 Loco citato, cap. 31.
DISCORSO