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ultime lettere d’jacopo ortis. 31

nano queste parole sempre nel cuore! e’ mi par di conoscere chi forse un giorno morrà ripetendole.

Frattanto io recitava sommessamente con l’anima tutta amore e armonia la canzone: Chiare, fresche, dolci acque; e l’altra: Di pensier in pensier, di monte in monte; e il sonetto: Stiamo, Amore, a veder la gloria nostra; e quanti altri di que’ sovrumani versi la mia memoria agitata seppe allora suggerire al mio cuore.

Teresa e suo padre se n’erano iti con Odoardo il quale andava a rivedere i conti al fattore d’una tenuta ch’egli ha in que’ dintorni. Ho poi saputo ch’e’ sta sulle mosse per Roma, stante la morte di un suo cugino; nè si sbrigherà così in fretta, perchè essendosi gli altri parenti impadroniti de’ beni del morto, l’affare si ridurrà a’ tribunali.

Come tornarono, quella famigliuola d’agricoltori ci allestì da colazione, dopo di che ci siamo avviati verso casa. Addio, addio. Avrei a narrarti molte altre cose; ma, a dirti il vero, ti scrivo svogliatamente. — Appunto: mi dimenticava di dirti che, ritornando, Odoardo accompagnò a passo a passo Teresa, e le parlò lungamente, quasi importunandola, e con un’aria di volto autorevole. Da alcune poche parole che mi venne fatto d’intendere, sospetto ch’egli la torturasse per sapere a ogni patto di che abbiamo parlato. Onde tu vedi ch’io devo diradar le mie visite — almeno finch’ei si parta.

Buona notte, Lorenzo. Sérbati questa lettera: quando Odoardo si porterà seco la felicità, ed io non vedrò più Teresa, nè più scherzerà su queste ginocchia la sua ingenua sorellina, in que’ giorni di noja ne’ quali ci è caro perfino il dolore, rileggeremo queste memorie sdrajati su l’erta che guarda la solitudine di Arquà, nell’ora che il dì va mancando. La rimembranza che Teresa fu nostra amica rasciugherà il nostro pianto. Facciamo tesoro di sentimenti cari e soavi, i quali ci ridestino per tutti gli anni, che ancora tristi e perseguitati ci avanzano, la memoria che non siamo sempre vissuti nel dolore.

22 novembre.

Tre giorni, e Odoardo, a dir molto — non sarà qui. Il padre di Teresa lo accompagnerà sino a’ confini. S’era lasciato intendere che m’avrebbe pregato di far seco questa breve corsa; ma io ne l’ho ringraziato, perchè voglio assolutamente partire: andrò a Padova. Non devo abusare dell’amicizia del signor T*** e della sua buona fede. — Tenete buona compagnia alle mie figliuole, mi diceva egli questa mattina. A vedere, egli mi reputa Socrate — me? e con quell’angelica creatura nata per amare, e per essere amata? e così misera a un tempo! ed io sono sempre in perfetta armonia con gl’infelici, perchè — davvero — io trovo un non so che di cattivo nell’uomo prospero.