Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
DISCORSO SUL TESTO DEL POEMA DI DANTE.
vagare esplorando tutti i modi diversi d’intendere le parole, e smarrire quell’ unico apparecchiato da’ grandi scrittori a farle sentire. Ond’ anche il Magalotti , benché s’ assottigliasse un po’ meno nella grammatica, e s’avvedesse « con quant’ arte il » Poeta s’ingegni di attrar le lacrime e sviscerar la pietà verso » que’ miserissimi amanti ’, » — gli guasta l’arte.
CLIT. I lavori d’ immaginazione sembrano opera magica quando la finzione e la verità sono immedesimate sì fatta- mente, che non si lascino pur discernere ; e allora il vero è at- tinto dalla realtà delle cose , e il falso dalla perfezione ideale. Ma dov’ è tutto ideale , non tocca il cuore , perchè non si fa riconoscere appartenente all’umana natura. Dove tutto è reale, non muove la fantasia, perchè non pasce di novità e d’illu- sioni la vita nostra nojosa e incontentabile su la terra. Il secreto sta nel sapere sottrarre alla realtà quanto ritarda , e aggiun- gerle quanto promove l’effetto contemplato dagli artefici: e Dante mira non pure a far perdonare e compiangere, ma a no- bilitare la passione della giovine innamorata; e le chiose ga- reggiano a deturparla a ogni modo. Pessima è questa : « La colomba è animale lussuriosissimo; e per questo gli antichi » la dedicavano a Venere ; - » — e non per tanto prevale og- gimai da più secoli a contaminare l’amabile paragone:
Quali colombe dal desio chiamate, Con Tali aperte e ferme al dolce nido Volan per l’aer dal voler portate.
Quell’erudizione, con riverenza al Landino, che primo rega- lavala a’ posteri, non è in tutto vera. Fonse le due colombe annunziatrici di presagj celesti che volano innanzi ad Enea negli Elisj , —
Maternas agnoscit aves laetusque precalur *
stavano a Dante nella memoria; ma l’immagine gli fu sugge- rita dalla colomba.
Cui domas et dulces latebroso in pumice nidi. Fertili’ in arca vola.)S — max aere lapsa quieto Radil iter liquidum, celeres ncque commovet alas *,
Se non che il Latino fa partire l’uccello dal dolce nido, a mo- strare nel corso delle ali aperte e ferme per l’ aere la fuga d’ un navicello a vele piene’ su la superfìcie del mare : e la novità deriva dalla somiglianza trovata in oggetti tanto dissi- mili. Dante, affrettando le colombe al dolce nido per impa-
1 Magalotti, loco citato, p->. 08,
2 Lombardi, Inferno, V. 82-8», e i suoi divrsi editori,
3 Mneid.y lib. VI, 190.
4 Ivi, Jib. V, 2i3-;ì17.
DISCORSO