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292 DISCORSO SUL TESTO DEL POEMA t)I DANTfi.
stamente negli altri. Il padre di Guido esce dell’arca, ove gia- ceva presso di Farinata fra gli eresiarchi: -
Allor surse alla vista scoperchiata Un’ombra, lungo qu sta, inflno ì\\ mento: Credo che s’era ih ginocchion levata.
D* intorno mi guardò, come talento Avesse di veder s’altri era meco: Ma, poi che 11 sospicar fu tutto spendo.
Piangendo disse: S^ per questo cieco Carcere Vai, per altezza d’ ingegno, Mio figlio ov’è? e perchè non è teco?
Ed io a lui : Da me stesso non vegno. Colui, che attende là, per qui mi mena. Forse cui Guido vostro ebbe a disdegno.
Le sue parole, e il modo della pena, M’avevan di costui già letto il nome : Però fu la risposta così piena.
Di subito drizzato gridò Come Dicesti : Egli ebbe? non viv’egli ancora? Non fiere gli occhi suoi lo dolce lome?
Quando s’accorse d’alcuna dimora. Ch’io faceva dinanzi alla risposta, Supin ricadde, e più non parve fuora ’,
E il Tiraboschi commenta : ~ « Quella voce elle muove dub- » bio nel padre, che il figlio sia morto; ne interroga Dante; » questi esita a rispondere : il padre per dolore si nasconde di » nuovo dentro la tomba in cui stava rinchiuso. Il qual esi- » tare di Dante nel rispondere all’interrogazione del padre, ci » scuopre che Guido era morto, e che Dante non avrebbe vo- » luto funestare il padre con tale avviso ^. » — Poich’ ebbe fatta pubblica la sua Storia, il Tiraboschi s’accorse « che » Dante," a dir vero, nel medesimo canto ci mostra, che Guidoj » era anCof vivo, perciocché disse (all’ombra di Farinata): |
Allor, come di mia colpa compunto, Dissi: Or direte dunque a quel caduto. Che il suo nato è co* vivi ancor congiunto.
» E perciò non deesi notar d’errore il Bayle che aveva asse-j » rito raccogliersi da questo canto che Guido ancora viveva *. »1 - Il candore della confessione fa piena ammenda del fallo. Tuttavia è da deplorare che il forestiere per avere guardato a più versi e più di proposito in una pagina del Poema vinca la prova su l’Italiano. E dopo vergogna sì fatta, lo sbaglio stesso e oggimai replicato sì peggiormente, che Guido, non che morto, si sta dannato, voglia Dante o non voglia, in luogo
1 Inferno, X, 52-72.
2 Storia Lalterariay loco citato.
3 Nota all’edizione seconda, loco citalo.
DISCORSO