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discorso sul testo del poema di dante. 287

duta speranza, copiosamente le cose opportune donandogli, in quella seco per più anni il tenne, anzi sino all’ultimo della vita di lui... e quivi con le dimostrazioni sue (Dante) fece più scolari in poesia, e massimamente nella volgare nota.» - Il numero d’anni della dimora del Poeta in Ravenna non è chi il registri. Villani, il vecchio, pare che s’appressi al Boccaccionota, e che Leonardo Aretino se n’allontani; nota ma l’uno e l’altro con poco divario. Poscia piacque a’ moderni di assegnare alla dimora di Dante in Ravenna chi quatti’ anni, e chi tre, ed or non più d’uno, e talor anche pochissimi mesi. Il Tiraboschi studiò d’uscirne con termini generali; pur ammonito, non so da chi, si riconsigliava, e nell’edizione seconda della sua Stona corresse: — «Quando io ho scritto che Dante si ritirò a Ravenna sul finir de’ suoi giorni, non ho già inteso che pochi giorni o pochi mesi passasse in quella città; anzi da tutto il contesto di quelle parole si può raccogliere che io sono di parere che Ravenna fosse l’ordinario soggiorno di Dante dopo la morte di Arrigo Imperadore, trattone il tempo ch’egli potè impiegare in qualche viaggio o in qualche ambasciata. Giannozzo Manetti, scrittor degno di molta fede, espressamente racconta, che dopo la morte di Arrigo, Dante, invitato da Guido Novello, se ne andò a Ravennanota.» - E questa narrazione è la vera. Solo non vedo perchè dove il Boccaccio e il Manetti raccontano a un modo, il copiatore meriti preminenza sovra lo storico originale.

CXXXV. E parecchi de’ copiatori e de’ trovatori e illustratori di codici, interpretando a lor beneplacito le parole del Boccaccio, hanno fatto di Guido Novello, non so dire se uno scolare o maestro di Dante, assegnandogli poesie, o vere o apocrife, tutte «vaghissime;» e chi volesse averne certezza, interroghi le ombre dell’Allacci e di quei valenti che nel secolo XVI, sul primo rompere della guerra d’eunuchi intorno al nome della lingua, si diedero a discoprirle o inventarle. 11 Crescimbeni, compilando ogni cosa e non ne intendendo veruna, fa del S gnore di Ravenna un Vicario del re Manfredi in Toscananota. Ben fu un Guido Novello fra’ principi di quei Ghibellini cacciati con Farinata degli liberti;nota e che poi disertarono a Monte Aperti il popolo Fiorentino;nota — se nonché guerreggiavano mentre Dante stava per nascerenota. Tali sono


1 Vita di Dante, F»agi?. 28, segg, ediz. di Parma.

2 Croniche, lil). IX, 133.

3 Vita di Dante, ppg. xv-xv, odiz. Cominiana.

4 Storia Letteraria, voi. V, pig. 485, noti (*).

5 Commentari della Volgar Poesia, voi. Il, 2, pag. 49.

6 Inferno. X.

7 Gio. Villani, lib, VI, 80-83; lib. VII, U — GuMo Bonatli, Astronom., p. 393.

8 Le Croniche fiorentine lo chiamano GuMo Novtllo de’ Conti Gui’li, e dopo il 1266 né Guido Bonatti, astrologo suo e suo famigliare, né il Villani, noo fannaltia menzione di lui; onde pare che morisse innanzi che Dante potesse couoscerlo.