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SUL TESTO DEL POEMA DI DA>;TE. 265

^> edifici ; e credetevi larp^hezza fare : e che è questo altro a » fare, che levare il drappo d’in su l’altare, e coprire il ladro, » e la sua mensa ? Non altrimenti si dee ridere, tiranni, delle » vostre mansioni; ’ che del ladro, che menasse alla sua casa » li convitati, e !a tovaglia furata d’ in su 1’ altare , con gli » segni ecclesiastici ancora, ponesse in sulla mensa, e non cre- » desse che altri se n’ accorgesse -. »

CXIV. Di papa Bonifacio Vili, abborrito a morte da Dante, e dannato ad apparire e riapparire con volti diversi di mal- fattore nella Commedia^ non è cenno visibile nel Convito ; se non forse dove alcune parole par che lo assolvano d’ un sacri- legio attribuitogli fra’ dannati. Guido di Monte feltro, capitano di molte guerre terribili a più d’un papa in Romagna *, poi che fu rotto dagli anni vesti la tonaca francescana *, onorato anche d’ nn breve di Conifacio Vili scritto a sua contempla- zione al Provinciale della Marca d’Ancona, e pubblicato poi negli Annali de’ frati Minori; ^ - e Dante il propone alla imitazione de’ vecchi, acciocché non indugino a ricovrarsi dalle burrasche del mondo alla religione: « miseri e vili, che colle vele alte » correte a questo porto : e laddove dovreste riposare , per lo » impeto del vento, rompete e perdete voi medesimi, là ove » tanto camminato avete. Certo il cavaliere Lancialotto non » volle entrare con le vele alte, né il nobilissimo nostro latino » Guido Montefeltrano ^. » - Morì pochi mesi innanzi che Dante viaggiasse negli altri mondi; e i suoi frati lo seppellirono nella , ch-.esa del loro Patriarca in Assisi; anzi pare che ne facessero un santo ^ Pur Dante lo trova all’ inferno, e gli ode narrare che aveva venduto l’anima al Papa;


1 Chi logge messioni e C;;i menzioni; e poco innanzi, nominnndo nlcuni al- tri signori. Dante fa menziono delle loro messioni. Il biscioni scioglierebbe vo- bnlieri messioni, da che mennoììi non dice nulla; e gli Accademici della Crn- sca più deliberatamente ti citano uno dei passi del Convito, a trovare in mes- sione l’italiano mandare, e il latino missio, missus, e il greco x^onounó (sic), e tin anche V apostolato ; cose dottissime, ma spropositate; e dalle messioni di quegli antichi cavalieri e feudalarj che n’esce? Bastava gnardarf; alla latinità del tempo in cui vissero, e quando i loro castelli e pntazzi chiamavansi mriji- siones, residenze, (indi il francese maison e il nostro magione) dal latino ma- neo ; onde correggo mansioni, e il lignificato esce schietto, e coerente al pen- siero di Dante in quei due luoghi.

2 Convito, pagg. 270, 271.

3 Muratori, Annali, an. 1274-1296.

4 L’Anonimo . Inferno , XXVII, ediz. Fior., nota l’anno 1295. e il seltanto- simoquarto della vita di Guido : dov’è da correggere 1296. data del breve pa- pale qui ricordato ; se pure, il ciie è piii probabile, l’Anonimo, come Fioren- lino non noverava gli anni alla fiorentina, e i primi tre mesi del 1296 non erano per lui nel l’295.

5 Waddingo. Annali, voi. V. p. 349. Di Guido e dellastrologo suo forlivese, Guido Bonatti. di cui Dante parla, Inferno, XX, vedi un passo di Filippo Vil- lani riportato dal Tiraboschi. voi. IV, p. I, pag. 182.

7 Coiwito, pag. 273.

8 Hist. sacr. Convent. Assis. , lib. I , lit. 45 , presso il Lombardi . Inferno, XX VII, 29, cO. • ’


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