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DISCORSO SUL TESTO DEL POEMA DI DANTE.

nicati dalla Chiesa romana. Né so che da Federigo in fuori , ei scrivesse in quel libro altro nome d’individuo vivente. Ghe- rardo da Camino e Guido di Eeggio, è mostrato che non so- pravvissero di molto al secolo XIII, e che Alboino della Scala morì nel 1311, due anni o tre forse prima che Dante atten- desse al Convito ’, e dove torna spesso a rifarsi con lunghi ra- gionamenti ad opporre la nobiltà personale alla antichità delle schiatte ^. La difendeva egli per amore del vero, o non anche per avventura a non dissentire da’ suoi concittad ni che vede- vano un ghibellino in ogni patrizio, e violentavano le famiglie de’ nobili ad andare raminghe, o a discendere al grado di po- polane ? Non vedi nella Commedia quant’ ei compiange quelle famiglie, ed onora 1’ antichità delle schiatte? e sospira —

Le donne, i cavalier, gli affanni, e gli agi. Che ne invogliava amore e cortesia ’.

E mentre che le ammonizioni alle città libere parlano nel Con- vito indirette sempre e paterne, e general issime, i tiranni che erano per lo più ghibellini e le loro corti sono infamati a dito, quanto pur meritavano;* bensì meno d’assai nel Poema, dove i vizj della democrazia e il fasto villano de’ mercatanti in Fi- renze sono abbominati senza rispetto ^. Anche fra Guelfi re- pubblicani i magistrati elettivi delle loro città disertavano pu- pilli e vedove, occupavfino l’altrui ragioni, rubavano a’ meno potenti per corredare conviti, e fabbricarsi edifizi mirabili. Non però s’attentavano di rubare alle chiese, come era uso de’ Si- gnori delle città ghibelline, i quali anche donavano cavalli , armi, robe e danari; e gli Scaligeri erano tenuti i più larghi. Moltissimi Fiorentini andcàvano a rivestirsi alle loro corti ; e da quel costume poi vennero le tante novelle argute de’ gen- tiluomini buffoni che ritornavano dalle feste bandite de’ prin- cipi ". Pertanto l’Autore nel suo Convito mirava più cauto ai demagoghi avidi e avari in Toscana, e arditissimo a’ dittatori Lombardi, rapaci e prodighi, quando inveiva; - Ahi male- » strui ’ e malnati: che disertate vedove e pupilli, che rapite » alli men possenti, che furate ed occupate 1’ altrui ragioni : » e di quello corredate conviti, donate cavalli e armi , robe e » danari, portate le mirabili vestimenta, edificate li mirabili


1 Qui dietro, sez. LXI seg. ; e LXXXVI,

2 Convito, spesso, segnatamente dalla pag. 240 alla 256.

3 Purgatorio , XIV , 109, 110; e tutti i versi in quel canto, 88-125 ; e Para- diso, XV.

h Convito, pag. 71, pag* 126.

5 Inferno, XVI; Purgatorio, XXIIl ; Paradiso, XV; e altrove.

6 Decamerone, Giornata I, nov. 7; — e nelle Novelle del Sacchetti ; e nelle più anticlie assai spesso.

7 Malestrui, quasi , mal instruis , o male instrulti , male educali. — Così il Biscioni, annotatore discreto delle Prose di Dante.


DISCORSO