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SUL TÈSTO BEL POEMA DI DANTE. 233

precedere di gran tempo la Dedicatoria del Paradiso. Da tutto

10 squarcio tradotto poc’ anzi è patente - che Dante tornò in Verona mosso dalla fama della potenza e della magnificenza di .Cane più anni dopoché l’ebbe veduto, quando regnava Bar- tolommeo ’.

Con lui vedrai colui che impresso fuo, Nascendo, sì da questa stella forte, Che notabili llon l’opere sue.

Non se ne sono ancor le genti accorte Per la novella età. —

11 vaticinio era pronunziato nel pianeta di Marte [la stella y 0)7^). abitato dalle anime de’ guerrieri; e come che fosse facile a Dante di avvedersi della indole militare del fantolino , non però poteva antivedere quando e quanto egli avrebbe commossa tutta l’Italia; nò stringersi d’amicizia con esso: né pare che nella Dedicatoria gli giovi di ricordare quel tempo. Perciò nelle parole: - Quod factum est, ut ex auditu solo, cum quadam animi suhjcctione henevoìus prius extiterim ; secundttm, ex visu PRiMORDii, et devotissimus et amicus: - intesi: - Dianzi la vo- stra fama mi fece ossequioso e hencvolo a voi, e Ves2)e’ìnenza, al puiMO VEDERVI, mi VÌ ha fatto devotissimo amico. - Pur s’altri interpreterà - la devozione delVamicizia mia verso di voi inco- MiN’Ciò NON sì TOSTO ch’ IO VIDI LA VERITÀ di ciò cke la fama della vostra munificenza e grandezza aveva già predicato nel mondo - concilierà la prima stanza di Dante in Vei-ona al tempo della novella età di Cane della Scala; ma dovrà pur differire a ogni modo la stanza del Poeta alla corte di Cane a data molto più tarda: e non la troverà se non prossima a’ giorni , nei quali i fuorusciti Ghibellini accorrevano da tutta 1’ Italia al- l’ospitalità di quel principe, e le speranze della loro fazione pendevano unicamente da esso.

LXXXVIII. McTrto Clemente V, le discordie accanite de’Car- dinali lasciarono la Sede Pontificia vacante per quasi due anni; finché innanzi la fine del 1316, venne pur fatto a’ Francesi di vedere consecrato in Lione un altro Papa della loro nazione ; * ed era quel Giovanni XXII di Caorsa, esecrato sì spesso da Dante *. Frattanto quell’interregno aveva depressa la fazione de’ Guelfi ed animata la Ghibellina in Italia. Firenze e molte città popolari si fecero più clementi a’ loro esuli;’* e Dante udì un nuovo bando della sentenza capitale, perchè sdegnò di lasciarsi ribenedire come colpevole e riavere i suoi beni; e ri- spose : — « Io non tornerò se non quando, o voi con patti più


t Vedi dietro, sez. LXXXIL

2 Muratori, Annalù an. 1314-1316.

3 Qui dietro, sez. LIIL — Dicono che le due sette accanile dei Cardinali, r elessero arbitro a nominare un papa, e eh’ ei s’ elesse sé.

4 Muratori, Annali d’Italia, an. 1